Il filosofo, il sacerdote e il pittore. Un ritratto di Descartes (2014) by Steven Nadler

Il filosofo, il sacerdote e il pittore. Un ritratto di Descartes (2014) by Steven Nadler

autore:Steven Nadler [Nadler, Steven]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2014-05-31T22:00:00+00:00


I tre saggi pubblicati nel 1637 con il Discorso sul metodo, tutti destinati a illustrare la fecondità della nuova metodologia cartesiana, riguardano un’imponente quantità di materiale scientifico e matematico. La Diottrica offre un’indagine dettagliata sulla natura della luce (ovvero, secondo, Descartes nient’altro che un impulso istantaneo proveniente da un corpo luminoso e che attraversa con moto rettilineo le particelle dell’aria) e sulla sua rifrazione da parte di vari mezzi; la fisiologia dell’occhio umano; il funzionamento delle lenti e altri temi riguardanti il senso della vista nell’uomo. Nella Meteorologia (Les Météores), Descartes si dedica alla natura dei corpi terrestri, allo studio di venti, nubi e varie forme di precipitazioni (pioggia, neve e grandine, comprese le diverse forme che possono assumere i fiocchi di neve), di tempeste («i fulmini e tutti gli altri fuochi che guizzano nell’aria») e arcobaleni, nonché del fenomeno dell’«apparizione di molti soli» nel cielo. Nei tre libri della Geometria, infine, definisce i principî della sua geometria analitica, in particolare l’uso delle equazioni algebriche per risolvere problemi geometrici.

Allo stesso tempo, tuttavia, Descartes riscontrava una certa incompletezza nei risultati raggiunti fino a quel momento nel campo della fisica: non dubitava di essere nel giusto riguardo alla costituzione e al comportamento generale dei corpi, e nutriva quanto meno la certezza della veridicità delle spiegazioni specifiche che era stato in grado di fornire a una vasta gamma di fenomeni; tuttavia, ammetteva che, nel migliore dei casi, le sue conclusioni continuavano a restare semplici ipotesi, coerenti con l’evidenza sperimentale, certo, ma pur sempre ipotesi. Benché le spiegazioni offerte nei saggi «tutelassero» senz’altro i fenomeni e fornissero delucidazioni plausibili sui meccanismi causali – invisibili dietro i fatti osservabili –, l’intero quadro esplicativo, cosí com’era presentato, non trovava il proprio fondamento in principî superiori.

Se alcune cose di cui ho parlato all’inizio della Diottrica e delle Meteore [sulla natura generale della luce e dei corpi] in prima battuta sconcertano perché le chiamo «supposizioni» e non sembra abbia voglia di provarle, si deve avere la pazienza di leggere tutto con attenzione e, spero, se ne rimarrà soddisfatti.

In questi primi lavori, Descartes formula alcune «supposizioni» generali sulla natura delle cose da utilizzare come punti di partenza; nella Diottrica, per esempio, esordisce con alcune asserzioni sulla composizione e l’azione della luce. Benché queste ipotesi rimangano prive di dimostrazione, egli insiste sul fatto che, insieme con i meccanismi causali che ne conseguono, esse riescono a spiegare talmente bene i fenomeni che i loro risultati, dal punto di vista esplicativo, le rendono pressoché certe. Detto questo, Descartes cosí prosegue:

Le ho chiamate «supposizioni» solo perché si sappia che penso di poterle dedurre da quelle prime verità spiegate in precedenza [ovvero nelle sezioni epistemologiche e metafisiche del Discorso sul metodo], ed espressamente non ho voluto dedurle per impedire che certe menti (immaginano di poter sapere in un giorno tutto quello che un altro ha pensato in vent’anni non appena quest’ultimo ne abbia detto due o tre parole soltanto, e piú sono penetranti e vivaci tanto piú sono soggette a sbagliare e meno capaci



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